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Paura del futuro


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Ciascuno di noi, nel corso della propria vita, ha manifestato almeno una volta paura del futuro. Ciò è anche motivato dal fatto che viviamo in un periodo di incertezze e precarietà economiche, politiche e sociali.

La paura del futuro diventa però un disturbo psicologico quando è invalidante per il soggetto. Egli manifesta infatti un’ansia profonda per ogni evento che riguarda se stesso o anche un familiare.

L’angoscia può culminare in veri e propri attacchi di panico.

Il timore per quello che potrà accadere in ambito lavorativo, scolastico, sentimentale, familiare, ecc. diventa un pensiero ossessivo. Il soggetto vi dedica la maggior parte del proprio tempo nel corso della giornata. Non riesce a pensare ad altro. Non riesce ad attuare progetti perchè assalito da mille dubbi. In altre parole, non riesce a vivere il presente.

In tali casi è bene rivolgersi ad uno psicoterapueta per intraprendere un lavoro su stessI.

Attraverso il sostegno e il supporto del terapeuta il soggetto comprende quali sono le motivazioni che lo portano ad avere paura del futuro. Essa può essere legata ad un’esperienza familiare che ha turbato particolarmente il soggetto nel suo passato o di recente. Oppure egli può essere angosciato dalla perdita del controllo perchè ha subito accadimenti traumatici improvvisi. In altri casi, alla base vi è una predisposizione caratteriale acuitasi di fronte all’emergere di compiti impegnativi nella sfera privata o professionale.

La consapevolezza delle proprie paure va di pari passo con l’attivazione delle risorse personali per farvi fronte.

Attraverso un percorso terapeutico il soggetto ridimensiona le proprie paure. Diventa soggetto attivo della sua vita, senza più viversi come passivo di fronte agli eventi. Reagisce di fronte all’immobilità di cui è prigioniero. Si rende conto che nella vita ci possono sempre essere dei rischi, ma non per questo rinuncia a vivere.

Abbi fiducia in te e guarda al tuo oggi con serenità.

Pollachiuria


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Pollachiuria è un termine che deriva dalla composizione delle parole greche pollàkis,  che significa “spesso” e uria che significa “urina”. Si caratterizza infatti per una minzione frequente, transitoria o permanente, nell’arco delle 24 ore. In caso di pollachiuria, l’aumento della frequenza minzionale è associato ad un’emissione di scarsi volumi urinari. Si parla invece di poliuria se l’aumento della frequenza minzionale è associato ad un’emissione di elevati volumi urinari.

Esistono diverse condizioni cliniche all’origine della pollachiuria. Ad esempio, malattie infiammatorie o neoplasie a carico della vescica, dell’uretra e della prostata. E’ presente inoltre in gravidanza e nelle persone obese per la pressione esercitata dagli organi sulla vescica.

E’ bene quindi rivolgersi al proprio medico per indagare le origini del disturbo.

Se invece non sono implicate condizioni ad eziologia organica  la pollachiuria rappresenta un sintomo di forte ansia.

Essa può manifestarsi in relazione ad eventi che causano particolare agitazione come un esame, un test, un colloquio di lavoro, ecc.. In generale prima di affrontare situazioni in cui è richiesta una performance al soggetto il cui risultato è importante per il suo percorso di studi o lavorativo.

Altre volte, può presentarsi nell’arco della giornata quando la persona si sente a disagio nell’ambiente scolastico o lavorativo.

Può manifestarsi in bambini e adulti.

In caso di pollachiuria legata ad una sofferenza psicologica si possono presentare altri sintomi legati all’ansia come mal di testa, palpitazioni, sudorazione, ecc..

Esistono diverse strade per farvi fronte come percorsi cognitivi comportamentali che si concentrano sull’eliminazione del sintomo o psicoterapie che cercano di portare la persona ad una riflessione sull’origine delle proprie difficoltà per poterle affrontare.

La dottoressa Pappalardo propone una psicoterapia per stimolare la conoscenza di se stessi per comprendere l’origine dei propri blocchi e difficoltà interiori.

Sulla base di una maggiore comprensione di sè il soggetto viene stimolato a modificare comportamenti e situazioni che sono per lui fonte di sofferenza.

Un aspetto importante della terapia è infatti la promozione di sè volta al cambiamento di schemi di pensiero e di comportamento ripetitivi e dannosi per se stessi.

In questo modo la persona riesce, nel tempo, ad attenuare il proprio disagio per condurre uno stile di vita più vicino al proprio sentire e ai propri desideri.




Gestire l'ansia


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L’ansia è una risposta emotiva a livello psichico e fisico del nostro organismo caratterizzata da agitazione, preoccupazione, a volte anche paura. La persona può presentare, in modo più o meno intenso, tachicardia, sudorazione, difficoltà a parlare, rossore in viso, ecc.. Tali manifestazioni si presentano sia prima che durante la partecipazione ad una situazione o un evento, l’incontro con una persona, lo svolgimento di un’attività, ecc..

Un livello moderato di ansia è  normale quando legato all’investimento che il soggetto pone in una determinata situazione, in particolare quando l’esito sarà molto importante per il suo futuro, ad esempio un esame, un concorso, un colloquio di lavoro,..Di norma il soggetto riesce a controllare l’ansia che scompare nel corso dello svolgimento dell’attività.

L’ansia diviene un problema quando raggiunge livelli molto elevati e duraturi nel tempo tali da inficiare le capacità e le prestazioni dell’individuo. L’ansia è l’anticamera di fobie, attacchi di panico, angosce. Per questo è bene cercare di imparare a gestirla per evitare che la persona ne venga sopraffatta.

Un modo per imparare a controllare la propria ansia è intraprendere un percorso psicologico.

All’inizio è bene riflettere sul perchè si sviluppi tale ansia. Si può dire che l’ansia nasca insieme all’individuo. Essa fa parte delle risposte innate che il nostro organismo sviluppa per proteggersi ed evitare situazioni rischose e pericolose. Il punto è che invece la persona non riesce a capire perchè prova ansia in maniera immotivata in relazione a situazioni che non hanno nulla di pericoloso.

L’ambiente familiare è sicuramente determinante nel portare il soggetto a sviluppare l’ansia in modo diffuso e intenso. Il soggetto, però, non deve sentirsi vittima di un destino che non ha scritto, ma reagire per essere egli l’autore della vita che desidera vivere.

Si tratta di un percorso graduale, ma possibile, da seguire senza fretta e con i propri tempi. Alla sua conclusione la persona avrà ridemensionato la propria ansia, perchè non rappresenterà più qualcosa di incontrollabile e ingestibile. Il soggetto sarà infatti maggiormente consapevole dell’origine delle proprie risposte emotive. Potrà così riflettere su quali alternative attuare, a livello mentale e concreto, per non provare paura, ma vivere la quotidianità in modo più sereno.